Trading online, Sec impone registrazione alle piattaforme

Dopo la crisi del Bitcoin dei giorni scorsi, la Commissione di controllo dei mercati finanziari USA vuole imporre a chi fa uso delle piattaforme di trading online e asset digitali l’obbligo di registrazione ai suoi uffici.

Sec, registrazione per chi fa trading online con Bitcoin

Secondo la commissione di controllo dei mercati finanziari statunitensi, le piattaforme che operano nel Forex trading online e quindi hanno a che fare con le maggiori criptovalute, Bitcoin in primis, dovrebbero registrarsi presso la Sec. Questo perché se una piattaforma di brokeraggio online offre asset digitali, quindi strumenti finanziari e opera come piattaforma di scambio mediante quello che è stato stabilito dalle leggi federali sui securities, allora dovrebbe registrarsi presso l’organismo come piattaforma nazionale di strumenti finanziari, oppure chiedere di essere esentata dalla registrazione. Questo per preservare frodi, ma soprattutto per regolamentare il settore delle monete digitali. Del resto, ci sono due metodi di investimento in tale settore: comprare o vendere Bitcoin e altre crittovalute, oppure fare trading online per mezzo dei CFD; i contratti per differenza. Con essi, non si possiede effettivamente la criptovaluta, però ci si può guadagnare sopra lo stesso.

Stretta sul trading online negli USA

In USA c’è ancora una sorta di libertà riguardo le licenze, mentre ricordiamo che in Italia le cosiddette piattaforme per il trading online di moneta virtuale che trovi anche su Transitionstrading.com sono considerate sicure e idonee solamente se sono state regolamentate dalla Consob ( e quindi provviste di relativa licenza). Oltre il Belpaese, infatti, sono tante gli exchange che si definiscono tali, dando agli investitori di Bitcoin e altre crypto l’illusione che aderiscano a degli standard precisi secondo la normativa prevista per una piattaforma nazionale di scambio titoli, mentre non è affatto così. Del resto, con l’avvento del trading online, sono frequenti anche le truffe di questo tipo, e gli utenti devono guardarsi bene da diffondere in un network pericoloso dati personali e soprattutto i prpri dati di pagamento.

Quotazioni Bitcoin, calo a 9500 dollari

Dopo l’annuncio sulla stretta della Sec sulle piattaforme di trading in USA, le quotazioni dei Bitcoin sono calate, passando da 10600 dollari a 9500 dollari circa. Ma la crittovaluta più famosa del  mondo non è nuova a queste oscillazioni, visto che dallo scorso 17dicembre  ha perso il 52% del suo valore, fondamentalmente a causa dell’elevata probabilità che le autorità principali di vigilanza adottino dei controlli nel settore delle criptomonete. E questo è una cosa inconcepibile, visto che la crypto è nata proprio per sfuggire al controllo di un organismo superiore, come ad esempio le Nazioni o una Banca come la BCE per la UE. Ed è anche un paradosso, visto che i paletti provengono proprio dalla Terra della Libertà, ma ormai sono talmente tanti i casi di frode che la Sec ha dovuto far sentire la sua voce. Del resto, fare trading online non è certo un gioco da ragazzi, visto che si può perdere tutto il capitale senza manco accorgersene. L’attività del trader è ad alto rischio, quindi si consiglia di essere oculati con le operazioni e, prima di tradare sul serio, affidarsi al conto DEMO al fine di testare la propria strategia e non perdere denaro inutilmente.