Social housing: come funziona e quali sono i vantaggi

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Si può chiamare social housing, ma anche edilizia residenziale sociale. Si tratta di un’opportunità davvero significativa che ormai si sta diffondendo a macchia d’olio. Nato in altri Paesi, adesso anche in Italia sta ricevendo un certo sviluppo, soprattutto perché si pone l’obiettivo di dare una risposta precisa e concreta ai bisogni economici delle persone. Infatti lo sviluppo del social housing si basa sulla sostenibilità, che costituisce un tema fondamentale. Poiché in tutta Europa si sta affrontando un periodo di crisi economica significativo, l’edilizia sociale può essere veramente considerata un punto di riferimento da non sottovalutare. Ma cos’è il social housing?

Cosa si intende per Social Housing

Cerchiamo di partire da questa domanda e di dare una definizione specifica, per essere consapevoli anche dei vantaggi che questa opportunità può rappresentare. I progetti di social housing sono molto particolari, perché vogliono porsi come una soluzione per risolvere il problema essenziale dell’emergenza abitativa.

Quindi si realizzano accessi ad alloggi con determinate caratteristiche, come per esempio l’alta efficienza energetica, progettando spazi condivisi sia all’interno che all’esterno. Il social housing risponde anche al fine di creare un’integrazione proficua dei singoli con il quartiere in cui vivono. L’obiettivo è quello di creare una comunità ricca, prevedendo spazi e servizi comuni tra gli abitanti.

Allo stesso tempo naturalmente hanno il diritto ad accedere a questi alloggi condivisi quelle persone che, fra la popolazione, hanno difficoltà economiche, sia nell’acquistare una casa che nel prenderne in affitto una.

Quali sono i vantaggi del social housing

Edilizia sociale, lo abbiamo anche definito, capace di portare dei benefici molto interessanti. Il primo vantaggio che si può conseguire è quello di fare in modo che le categorie svantaggiate della popolazione accedano ad un contesto abitativo e sociale che possa soddisfare le loro aspettative.

Gli operatori dell’edilizia sociale si impegnano anche nel rinnovare immobili non in ottime condizioni o che comunque sono scarsi dal punto di vista energetico. Quindi tutto ciò significa anche portare avanti delle ristrutturazioni edilizie, facendo del bene a livello collettivo per quanto riguarda il patrimonio immobiliare italiano.

Ma non è soltanto una questione di emergenza abitativa e di status delle case. Nell’ambito del social housing, infatti, vengono prese in considerazione anche le condizioni di vita, in modo che si possa crescere secondo un percorso dal punto di vista umano e lavorativo.

Investire in questi progetti significa anche porre le basi fondamentali per garantire la socializzazione, in modo che le periferie diventino soprattutto luoghi di vita attiva e spazi in cui trovare servizi fondamentali. Quindi si contribuisce a valorizzare alcune zone della città che altrimenti non sarebbero state oggetto di attenzione.

Come funziona il social housing

A livello pratico vediamo come funziona il social housing, una pratica che a livello teorico viene messa in atto come se si trattasse di un affitto di un immobile. Ci sono, però, delle caratteristiche specifiche che vanno tenute in considerazione.

Infatti bisogna distinguere tutto ciò da un’altra pratica, che è quella dell’edilizia popolare. Con l’edilizia residenziale sociale le case vengono affittate con un tipico contratto di locazione, che di solito è quello di quattro anni più quattro.

Nell’edilizia popolare le case vengono assegnate soltanto sulla base del reddito, visto che ne usufruiscono soprattutto i cittadini che hanno un reddito più basso.

Nel social housing, invece, oltre al reddito si considerano altri requisiti. Per esempio si considera il reddito superiore ai 15.000 euro all’anno, ma che non è così alto da poter permettersi l’affitto di altri immobili al prezzo di mercato, e si tiene in conto un prezzo di affitto calmierato, in modo che tutti abbiano la possibilità di poter permettersi l’affitto di una casa. Il canone di affitto non deve superare il 25-30% dello stipendio.