Economia italiana, le riforme necessarie per il rilancio del Paese

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Dopo una lunga fase di stagnazione, l’Italia sta lentamente percorrendo il sentiero della crescita. Sulla economia italiana , in particolare, i principali indicatori registrano un progressivo miglioramento, ma l’Unione Europea, anche in ragione dell’elevato debito pubblico, continua a fare pressing in merito al piano di riforme strutturali.

In particolare, da Bruxelles sono recentemente arrivate tante raccomandazioni per il nostro Paese a partire dalla necessità di risolvere per il sistema bancario il nodo relativo ai cosiddetti crediti deteriorati, e passando per il rilancio della competitività.

A tal fine l’Ue caldeggia l’abbassamento del costo del lavoro attraverso la riduzione del cuneo fiscale, e contestualmente consiglia pure lo spostamento della tassazione dai fattori produttivi ai consumi ed in certi casi anche alla proprietà immobiliare.

In pratica secondo l’Unione Europea andrebbe di nuovo introdotta l’Imu sulla prima casa magari facendola pagare in proporzione al reddito delle famiglie, ma in merito è arrivato tempestivamente un secco no da parte di Pier Carlo Padoan, il Ministro dell’economia e delle finanze prima nel Governo Renzi, ed attualmente nell’Esecutivo che è guidato dal Premier Paolo Gentiloni.

Un’altra delle riforme necessarie per rendere l’Italia un Paese più competitivo, e per attirare investimenti dall’estero, è quella della giustizia civile considerando gli elevati tempi medi necessari affinché per un processo si vada a sentenza definitiva.

Intanto pure l’Istat, con la nota mensile di maggio 2017, ha messo in evidenza come l’economia italiana stia accelerando grazie alla ripresa dei consumi, anche se lenta, e grazie al rafforzamento del ritmo di crescita del settore dei servizi. Nel complesso, in base alle rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, il Pil e l’occupazione registrano allo stesso modo un rafforzamento del ritmo di crescita che potrebbe beneficiare, tra l’altro, anche di un ritrovato clima di stabilità politica.

La recente fumata nera tra le forze politiche sull’approvazione della legge elettorale, infatti, consente all’attuale Governo di completare la legislatura senza il rischio che nel prossimo mese di settembre del 2018 si vada ad elezioni politiche anticipate con tutti i rischi che ne conseguono visto che l’ultimo quarto dell’anno è quello che prevede la messa a punto della Legge di Stabilità.

Questo significa che l’Esecutivo avrà la possibilità di mettere a punto provvedimenti importanti a sostegno dell’economia e delle famiglie in difficoltà come quello, già approvato, sul cosiddetto reddito di inclusione che a regime diventerà in Italia la misura universale di contrasto alla povertà ed all’esclusione sociale.

‘Sappiamo che si tratta di un primo passo che dovrà vederne di ulteriori’, ha non a caso dichiarato il Premier Gentiloni, subito dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al reddito di inclusione la cui partenza, al posto di altre misure di contrasto alla povertà come il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), è fissata per il 2018.