La Penisola è quasi tutta coperta dai regolamenti contro il gioco (pubblico)

Mentre si disquisisce su come si comporteranno le varie Regioni, e si attende quindi che passi la prima settimana di maggio che sarà foriera di novità, qualsiasi esse siano, si fa ancora una volta il loro appello per conoscere quelle che, ad oggi, non hanno i regolamenti contro il gioco e per il contrasto al gioco problematico. Al momento solo Calabria, Sardegna e Sicilia, che non hanno stilato la lista di tutti i casino online, risultano “assenti”, ma questa assenza si dovrebbe in ogni caso colmare entro questo 2017, naturalmente rispettando ciò che accadrà in Conferenza Unificata.

In attesa di questo “parto unificato”, le Regioni certamente non stanno a guardare e non pongono limiti al loro slancio legislativo continuando ad operare per contrastare il dilagare del gioco e le conseguenze che il suo abuso genera. La Regione Marche è stata l’ultima nel gennaio 2017 ad approvare un regolamento mentre le tre Regioni mancanti arriveranno al voto per lo stesso provvedimento tra pochissimi mesi quando la copertura territoriale “regolamentaria” sarà totale e non ci sarà più alcuno scampo per il gioco.

In Calabria i lavori sono “avanzati”: il Presidente della Commissione contro la ‘Ndrangheta sta esaminando il testo della Legge Regionale, si sta confrontando con i vari protagonisti coinvolti nella tematica del gioco ed ha aperto una variegata serie di audizioni con esercenti e sociologi, da Libera a Confindustria. Anche qui sono inseriti i distanziometri, in ragione dei 300 metri dai luoghi sensibili per i comuni sino a cinquemila abitanti e non inferiore ai 500 metri per i comuni più grandi. Nella Regione Calabria non si vuole penalizzare il gioco, si vuole salvaguardare chi vi lavora onestamente e chi vi ha invesito, ma si vuole tenere assolutamente conto il sociale ed il territorio.

In Sardegna i lavori sono, invece, in una sorta di stasi per le due proposte presentate tra il 2014 e 2015 che, oltre alla distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili, chiedono la riduzione di Imu, Tari, Irap e Cosap e la promozione di un marchio “no slot” per gli esercenti virtuosi e corsi di formazione per i gestori. Ai firmatari delle due proposte di legge è stato chiesto come mai questo ritardo e l’unica risposta ottenuta è stato che, nonostante i solleciti, la Commissione non ha ritenuto di discutere quelle proposte.

Questo immobilismo è risultato indubbiamente scomodo e, per questo, si è mosso il Comune di Cagliari che nel gennaio 2017 ha approvato un ordine del giorno per il varo di una normativa regionale sul Gap e sul giocare ai casino online che riconosca ai “Comuni il ruolo di soggetti attuatori delle misure previste, al fine di dotarli di competenze specifiche per contrastare il fenomeno”.

L’itinerario regionale si conclude con la Sicilia dove sono state unificate nove proposte di varia appartenenza politica. Un testo che ruota attorno ad un distanziometro di 500 metri, la disciplina degli spazi pubblicitari relativi al gioco, sgravi di tasse locali per chi non utilizza alcun apparecchio di gioco, esercizi che verranno identificati con il logo “Slot?No, Grazie!” e promozione di accordi con gli enti di trasporto pubblico per un codice di autoregolamentazione che vieti gli spazi pubblicitari sul gioco, corsi di formazione per i gestori, istituzione di un numero verde regionale per le richieste di segnazione e di aiuto relative al gioco problematico. Le proposte sono ferme in Commissione Sanità.